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Assisi chiama Piacenza: «Ripensare l’economia »

arata

 
"A voi, giovani, rinnovo il compito di rimettere la fraternità al centro delleconomia. Sentiamo la necessità di giovani che sappiano, con lo studio e con la pratica, dimostrare che un’economia diversa esiste. Non scoraggiatevi!”. Questo il messaggio di papa Francesco rivolto ai giovani in occasione del secondo evento mondiale The Economy of Francesco” ad Assisi il 2 ottobre, e proprio delleconomia di Francesco” si è parlato nella seconda lezione di Cives, ospite della serata la piacentina Linda Arata, ricercatrice al dipartimento di economia agroalimentare della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza.


Come nasce Economy of Francesco
Economy of Francesco - ha detto la dott.ssa Arata - nasce da una lettera del Santo Padre del 2019 nella quale si invitavano giovani imprenditori ed economisti di tutto il mondo a ripensare allagire economico modificandone i paradigmi. Uno sprone per dare unanima alleconomia rendendola inclusiva, umanizzata e capace di prendersi cura della società in cui opera. A questa lettera risposero più di 300 giovani di 120 Paesi. La definizione di Economia di Francesco gioca sullambivalenza tra il nome del Papa e quello del Santo di Assisi, il cui operato è sempre stato ispirato dalla cura degli ultimi e dellintero creato.

I valori che la ispirano
I paradigmi economici teorizzati nella metà del 700 – sintetizziamo il pensiero della relatrice - hanno dato vita a due differenti dottrine, la prima nata nel nord Europa e conosciuta come economia politica formulata da Adam Smith, laltra sviluppata a Napoli dal titolare della prima cattedra di economia, labate Antonio Genovese e conosciuta come economia civile. Ed è proprio a questultima che leconomia di Francesco si rifà e prende spunto. La dottrina ispirata da Smith è quella che ha avuto la più grande influenza negli ultimi secoli tanto da essere ancora oggi oggetto di studio in tutte le università.
Questi principi - ha aggiunto - vedono luomo come un soggetto egoista, individualista, il fine dellagire economico consiste nella produzione di beni e nel loro consumo e la misura di tutto questo è il PIL. Il benessere non è quello comune ma quello dei singoli individui, Il produttore e colui che massimizza il profitto, senza considerazioni sociali, ambientali o relazionali, il consumatore e colui che trova soddisfazione nel consumo di più beni possibili e la felicità è rappresentata dalla ricchezza personale. Una società così impostata ha portato a forti diseguaglianze, solitudine, esclusioni e degrado ambientale.
Leconomia civile, al contrario, pone al centro il bene comune, chi produce deve avere non solo un vantaggio economico ma anche un impatto positivo sullambiente e sui rapporti sociali ed il consumatore è responsabile di ciò che sceglie, valutando il valore del bene materiale anche in base al suo processo produttivo. Gli indicatori di sviluppo economico di un paese sono rappresentati anche dal livello di istruzione, dallefficienza sanitaria, dalle relazioni umane, dai sistemi di trasporto, dal raggiungimento di obiettivi ecosostenibili.


Uneconomia solidale altruista ed inclusiva
Economy of Francesco è un movimento che ha lobiettivo di ripensare lagire economico che coinvolge giovani imprenditori a livello internazionale. Sono stati creati 12 villaggi tematici che lavorano su argomenti particolari delleconomia, dove si discute, ci si confronta e si scambiano idee. In Italia - ha concluso Linda Arata - sono nati gruppi regionali che portano avanti progetti a livello di formazione, organizzazione di eventi, seminari divulgativi, collegati con le università ed il mondo imprenditoriale ed associativo, supportati da economisti. Si tratta di un processo fatto di persone in continuo divenire, con il sogno di diffondere uneconomia più umana lasciando spazio alla creatività delle persone.

Stefania Micheli

Pubblicato il 23 novembre 2021

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Nella foto, Linda Arata ricercatrice al dipartimento di economia agroalimentare della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza intervenuta a Cives.

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