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Da Treviso a Piacenza alla scuola di "Libera"

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Prosegue fino a domenica 12 settembre a Piacenza l’iniziativa che coinvolge un gruppo di giovani di Mirano, cittadina in provincia di Venezia e diocesi di Treviso, la stessa da cui proviene il vescovo mons. Adriano Cevolotto. Guidati dal parroco don Mario Da Ros sono stati ospitati all’Istituto Bellotta di Pontenure e hanno seguito da mercoledì 8 un percorso di formazione proposto dall’associazione Libera, la realtà nata nel 1995 e guidata da don Luigi Ciotti per sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata. L’idea è stata lanciata da alcuni giovani e subito raccolta da don Mario.

Il programma

Intenso il programma: dalla visita a Calendasco al capannone “Rita Atria”, confiscato dalla mafia, agli incontri con il sindaco di Calendasco Filippo Zangrandi, il giornalista Gaetano Rizzuto, già direttore di Libertà e, da giovane, cronista del quotidiano L’Ora di Palermo, i giornalisti Mattia Motta e Gustavo Roccella, e Antonella Liotti, alla guida di Libera a Piacenza.

Sabato 11 i giovani visitano il Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano e, ad Alseno, un altro bene confiscato alla criminalità, mentre domenica è in programma la tappa conclusiva a Bobbio per la messa e il pranzo con il Vescovo nel centro della val Trebbia.

Il capannone Rita Atria

Il capannone Rita Atria è un’unità produttiva di 400 metri quadrati su un’area di mille a Ponte Trebbia, confiscato alla mafia e poi consegnato al Comune di Calendasco negli scorsi anni per diventare luogo sociale destinato alla pubblica utilità e alla creatività giovanile, una casa della cultura e della legalità per tutta la provincia di Piacenza.

Lo stabile è stato intitolato alla memoria di Rita Atria, testimone di giustizia e vittima di mafia. Si uccise a 17 anni nel ’92 una settimana dopo la strage di via D’Amelio che vide morire il magistrato Paolo Borsellino, grazie al quale si era decisa a collaborare con la giustizia.

Nella foto, i giovani con don Mario Da Ros di fronte al capannone confiscato alla mafia a Calendasco.

Pubblicato il 10 settembre 2021

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