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«Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno»

crux

Celebriamo la solennità di Cristo Re dell'universo con una Parola che diventa realtà.
Su cosa regna il Signore? Sulla nostra salvezza!

Il suo ministero inizia con l'esortazione a vedere la salvezza del nostro Dio, un re diverso da tutti gli altri, di colui che è appeso a una Croce del patibolo.
La regalità non è nei gioielli e nei poteri. La regalità di Gesù si manifesta nella sua agonia ed è l'espressione del suo amore per i suoi figli.
La Croce è la carne di Dio ed è l'espressione del suo amore. Così la regalità nasce da una passione d'amore.
La sua grandezza è nell’aver abbracciato la debolezza e la fragilità degli uomini.

Dobbiamo vedere e riconoscere la regalità di Dio nella nostra vita, non solo guardando il crocefisso in base ai nostri bisogni, soprattutto senza sentirci giudicati.
Gli scribi lo guardavano come un impostore.
I soldati lo deridevano.
I capi lo umiliavano.
Uno dei malfattori appeso con lui bestemmiava e lo provocava.

San Paolo ci ricorda che Cristo ci ha liberato dal potere dalle tenebre che s’impadronisce di noi, ci acceca, ci annienta.
Uno solo ha saputo cambiare il suo sguardo bruto rendendolo umile e semplice: il ladrone crocefisso con Gesù.
Riesce a vedere il vero volto di Gesù e ci legge l'amore.
Proprio lui divorato dal potere del male, riconosce l'amore e sussurra: "Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno!".
Tutte le volte che abbiamo bisogno di essere salvati o vogliamo salvare noi stessi e non ci riusciamo, portiamo nel cuore quelle parole!
Anche da noi allora svaniranno le tenebre per lasciarci vedere l'opera luminosa della salvezza.
Vedremo in un'ottica nuova.
Attraverseremo la Croce insieme, anche se saremo crocefissi.
"Tu sarai con me in Paradiso", ci ricorda da sempre Colui che ha creato ogni cosa.
E io a chi mi consegno ogni giorno?
Gesù rinnova in ogni momento la sua offerta sull'altare, noi ricordiamoci della forza che ci dà la sua luce.
"Salva te stesso" è l'urlo di chi non ha capito la gioia dell'amore di Cristo.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 24 novembre 2019, Lc 23,35-43

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 25 novembre 2019

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