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Storie d'estate: i negozi di montagna

Da Montebruno a Torriglia: le attività commerciali presidi di incontro

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Mentre in città si discute sull’aumento dei metri quadrati adibiti a centri commerciali, in montagna il problema è trovare la strategia per tenere aperte delle attività che non sono soltanto punti vendita, ma presìdi di incontro e di relazioni.

Studiava da ragioniere, Carlo Barbieri. La morte improvvisa dello zio mette a rischio l’attività di fornaio avviata a Montebruno dal bisnonno Davide nel 1887.
Così Carlo attacca al chiodo il diploma e impara a usare il forno a legna.
Oggi le sue creazioni dall’alta Val Trebbia finiscono sugli scaffali di un centinaio tra pasticcerie e negozi di Genova e della riviera.
“Puntiamo sulla qualità, cercando di fare il più possibile noi in casa. Le farine le prendiamo nel Piacentino, al Molino Dallagiovanna. Usiamo solo lievito madre, servono tre giorni di lavorazione. Quando ci vendono un panettone o una colomba a 2 euro, chiediamoci cosa c’è dietro”.

Il suo “Antico Forno” oggi è un marchio conosciuto, anche grazie alla moglie che porta biscotti e altre prelibatezze nelle fiere.
Con questa formula, in un paese di 233 abitanti, Carlo dà lavoro a 8 persone a tempo pieno e a 2/3 stagionali.
Anche la continuità generazionale è salva: il secondogenito dei tre figli lavora al suo fianco; si sta specializzando nel candire la frutta.
“In questo modo possiamo tenere aperto il negozio di alimentari, frutta e detersivi, nato come servizio ai compaesani di Montebruno. Perché se chiudono i negozi, muoiono anche i paesi”.storie2 flavia

Da Montebruno a Torriglia, agli estremi confini della diocesi, nel Genovese, la specialità dei canestrelletti dà speranza anche ai giovani.
“Siamo nate qui e vogliamo restarci”: sottolinea Ilaria Savio, che con la sorella Federica ha rilevato da tre anni la pasticceria “Flavia”, ereditando anche la ricetta dei biscotti per i quali è famoso il borgo, insieme al presepe di Pentema.

Per Fabio Fasi invece il commercio è un affare di famiglia. Il papà ha un piccolo punto vendita in centro a Torriglia da vent’anni.
Otto anni fa Fabio e la moglie Simona decidono di aprire un loro mini-market. “Non manca nulla, dalla frutta ai salumi, ma la spesa grossa ormai si fa fuori”, commenta.
In media ha 70/80 clienti al giorno.
Torriglia fa duemila abitanti, l’anno scorso ne sono morti 73 e ci sono state 2 nascite. “La prospettiva non è rosea”, riflette Fabio, 45 anni, papà di due bambine.
“Si punta sui villeggianti ma i mesi estivi si sono accorciati: una volta, arrivavano a giugno e andavano via a settembre. Adesso è molto se si fermano venti giorni. Le spese però le abbiamo anche negli altri mesi dell’anno... Puntiamo sulla qualità dei prodotti, anche se la qualità non sempre viene capita”.

Barbara Sartoristorie2 fabio

Pubblicato il 10 agosto 2019

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