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Alla scoperta di Ildegarda di Bingen

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Con l’intervista impossibile a santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina vissuta nel 1100, si è dato il via al ciclo dal titolo “Le donne che pensano sono pericolose”, promosso ed ideato dal Centro culturale italo-tedesco di Piacenza con il sostegno della Fondazione Piacenza e Vigevano e del Goethe Institut.
Dal 1990 il Centro culturale italo-tedesco è una presenza attiva e un punto di riferimento per tutti coloro che necessitano di supporto per contatti con i Paesi di lingua tedesca. Inoltre, il Centro promuove in città eventi culturali dalle tematiche attuali, con occhio attento alla cultura europea d’oltralpe. Milena Tibaldi Montenz, presidente dell’associazione, rivela: “il titolo del ciclo di incontri, le donne che pensano sono pericolose, è stata una idea arrivata all’improvviso, volevo che la rassegna avesse un carattere deciso e che fosse di effetto e di richiamo. Tutte le protagoniste del ciclo di incontri hanno saputo fare della loro vita un esempio e hanno in comune la volontà e il coraggio di aver reso la loro vita straordinaria, ribellandosi alle ingiustizie senza bisogno di prepotenza, usando la loro intelligenza e la forza d’animo.  L’intenzione della rassegna - prosegue la Montenz - è ricostruire e suggerire, attraverso interviste, dialoghi o piccole rappresentazioni teatrali, gli sforzi e le grandi lotte che donne esemplari hanno affrontato durante la loro esistenza. Sono germanista, studiosa di cultura tedesca, inoltre, sono madre di un frate benedettino, quindi per me la scelta della Santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina tedesca, ad apertura della rassegna, è stato naturale”.

Ildegarda, a lei la Chiesa permise di evangelizzare

L’incontro di giovedì 11 novembre si è svolto sotto forma di vivace intervista, dove Santa Ildegarda, interpretata dall’attrice Silvia Zacchini, è stata intervistata dalla giornalista Eleonora Bagarotti. Lo scambio di battute ha toccato i temi più vicini alla vita e all’opera della monaca benedettina, partendo dalla sua infanzia. Ildegarda ha parlato di sé in prima persona, come una bambina vivace e curiosa che amava molto la natura, destinata dalla propria abbiente famiglia alla vita consacrata. Ildegarda seppe sfruttare la sua posizione a vantaggio della sua opera, sempre e costantemente, a servizio di Dio, sullo sfondo di un medioevo sofferente, dove le difficoltà della vita segnano con dolore l’umanità, e dove il progresso è rappresentato da timidi passi di pochi, perlopiù uomini, presbiteri o monaci, a cui fu possibile studiare. Infatti, la condizione privilegiata di nobile donna all’interno di un monastero femminile, permise a Ildegarda di erudirsi e diventare colta e istruita, di promuovere una vita in armonia con le proprie sorelle, di fare scoperte in campo medico ed erboristico tali da alleviare le condizioni precarie di quanti a lei si sono rivolti. Ma Ildegarda non si occupò solo della cura delle malattie, fu teologa, politica, consigliera di sovrani e religiosi, molti si affidarono alla sua saggezza e al suo carisma di mistica. Dotta in campo musicale, ispirandosi soprattutto dalla figura di Maria, scrisse componimenti cantati dalle consorelle in ogni monastero benedettino del suo tempo. Inoltre, la monaca fu appassionata di cucina, ed oggi è considerata autrice di numerose ricette giunte fino a noi. L’aspetto più umano e femminile della santa è dunque presentato in un tuffo a trecentosessanta grandi nel suo quotidiano, fino all’accenno sull’amicizia finita con l’imperatore Federico Barbarossa, per cui Ildegarda svolgeva ruolo di consigliera. Infatti, nel periodo della lotta alle investiture, quando Federico Barbarossa nominò una serie di antipapi, Ildegarda, con molto coraggio, scrisse una lettera in cui rimproverò l’Imperatore del suo operato, senza alcun timore circa le conseguenze del gesto. La sua figura di mistica acquistò fama e importanza, e seppur dopo diverse vicissitudini, la sua opera, le sue visioni e il suo carisma furono riconosciuti dalla Chiesa del tempo: Ildegarda è la prima donna a cui fu permesso l’opera di evangelizzazione itinerante fuori dalle mura del monastero.

Il ruolo prezioso delle donne nella Chiesa

Nel 1988, nella Lettera Apostolica, intitolata Mulieris dignitatem, papa Giovanni Paolo II, trattando del ruolo prezioso che le donne hanno svolto e svolgono nella vita della Chiesa, scrive: “La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del genio femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e a tutte le nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità; e ringrazia per tutti i frutti di santità femminile”. E' all’interno di questo riconoscimento, del valore e della dignità del genio femminile, che si colloca la volontà di papa Benedetto XVI quando, nel 2010, nelle udienze del mercoledì del 1 e dell’8 settembre, dedica alcune riflessioni alla vita della mistica Ildegarda di Bingen, che si distinse per saggezza spirituale e santità di vita; proclamata, poi, dottore della Chiesa universale dallo stesso Papa, il 7 ottobre 2012. Scrive Benedetto XVI a conclusioni delle sue riflessioni: “Invochiamo sempre lo Spirito Santo, affinché susciti nella Chiesa donne sante e coraggiose, come santa Ildegarda di Bingen, che, valorizzando i doni ricevuti da Dio, diano il loro prezioso e peculiare contributo per la crescita spirituale delle nostre comunità e della Chiesa nel nostro tempo.” (dal sito vaticano, archivio udienze 2010, Papa Benedetto XVI). E’ possibile, con le dovute cautele, associare il nome di santa Ildegarda di Bingen ai contemporanei dibattiti sulla parità di genere che vengono molto spesso proposti e affrontati. Più audace, forse, risulta voler scendere in particolari della vita di una religiosa, mistica, la cui santità è stata riconosciuta dopo quasi mille anni dalla sua morte e che visse in un momento storico molto diverso dall’attuale. E tuttavia, in un clima di relativismo e nichilismo diffuso, in cui si respira una vaga sfiducia verso il pensare, è importante riscoprire figure come santa Ildegarda, che hanno saputo coniugare ragione e fede, arte con scienza e pensiero religioso, mente e cuore, per una apertura al dialogo che getti ponti tra le tante diversità a tutti i livelli.
I prossimi incontri della rassegna “Le donne che pensano sono pericolose” saranno svolti live, presso l’auditorium della fondazione di Piacenza e Vigevano (partecipazione con green pass e prenotazione obbligatoria inviando mail a: ) oppure a distanza sulla pagina Facebook dell’associazione.

Gli incontri al Centro culturale italo-tedesco

Il calendario degli incontri al Centro culturale italo-tedesco:

Mercoledì 17 novembre, ore 18
 Diretta Facebook (pagina Centro Culturale Italo-Tedesco)
 Charlotte Salomon. La vita, l’arte
Giovedì 18 novembre, ore 18
 Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Anna Seghers – Un’intervista immaginaria
Mercoledì 24 novembre, ore 18 
Diretta Facebook (pagina Centro Culturale Italo-Tedesco)
Ritratto di un’espressionista: Paula Modersohn-Becker
Giovedì 25 novembre, ore 18
 Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Lettere a Milena – Reading con Carolina Migli Bateson e Gianluca Piacenza (Pianoforte)
Mercoledì 1° dicembre, ore 18
Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Käthe Kollwitz – Un’intervista immaginaria
Giovedì 2 dicembre, ore 18
 Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Hedy Lamarr – Un’intervista immaginaria
Martedì 7 dicembre, ore 18
 Diretta Facebook (pagina Centro Culturale Italo-Tedesco)
L’arte nella fotografia: Yva
Giovedì 9 dicembre, ore 18
 Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Margarethe von Trotta – Un’intervista immaginaria
Mercoledì 15 dicembre, ore 18
 Diretta Facebook (pagina Centro Culturale Italo-Tedesco) 
Leni Riefenstahl

Paola Lafratta

Pubblicato il 17 novembre 2021

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